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Dott. / D.O.
Fabrizio Gasperini
Fisioterapista - Osteopata

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R.P.G.

Nasce nel 1981 ad opera di Philippe Souchard, fisioterapista francese, che dopo una lunga collaborazione con Madame Mezieres, fautitrice di alcune importanti osservazioni della bio-meccanica umana, decide di inserire nuovi importanti accorgimenti al metodo Mezieres dal quale ha origine la Rieducazione Posturale Globale.  

L’apparato muscolo-scheletrico è organizzato secondo due tipi di muscoli striati: statici e dinamici.  

I muscoli statici sono organizzati in catene muscolari, lavorano contro gravità anche a riposo e ci permettono di stare in piedi (spinali, ischio-crurali, tricipite surale ecc.). Vedi figura

Questo sistema di auto-regolazione rappresenta i 2/3 della nostra muscolatura. Purtroppo, spesso, questi muscoli, già fibrosi per il lavoro continuo che fanno, vanno incontro alla rigidità e all’accorciamento (ipertonia).

I muscoli dinamici lavorano solo quando richiesto e finita la contrazione ritornano in rilassamento (addominali). Per questo spesso vanno incontro a patologie di debolezza muscolare (ipotonia).

Anche un muscolo troppo forte e rigido è debole in quanto la struttura muscolare, per funzionare bene, ha bisogno di essere piuttosto elastica.



La struttura muscolo-scheletrica può alterare il suo stato funzionale elastico, quindi la forma, condizionando i movimenti alterando la psiche o viceversa. Quindi le alterazioni della struttura muscolo-scheletrica possono essere somato-psichiche o psico-somatiche.

Un esempio di quest’ultima alterazione può essere bene illustrato da una situazione di una ragazza che, avendo in età puberale un voluminoso seno, tende ad incurvarsi in avanti per nascondere la sproporzione.

Lo stesso atteggiamento può essere assunto da una persona timida, insicura o un po’ ansiosa.

In questi due ultimi esempi l’aggressione psichica si riflette sulla morfologia della colonna vertebrale.

Tutti noi durante una “normale” giornata abbiamo degli scambi con l’ambiente che ci circonda e quindi anche delle aggressioni psichiche come, ad esempio, delle brutte risposte verbali; il risultato è quindi un’arrabbiatura. Tale tensione spesso e volentieri può essere “scaricata” a livello dei muscoli statici del collo o, come vedremo più avanti, iniziare in un punto preciso del corpo per andare a finire in un altro ben più lontano.

Le alterazioni della struttura muscolo-scheletrica in senso somato-psichico sono rappresentate dalla possibilità del corpo di compensare immediatamente, per sfuggire ad un dolore. Questo avviene, ad esempio, nel caso di una distorsione ad una caviglia, infatti, si avrà: una contrazione antalgica del tricipite della sura e degli ischio-crurali che immobilizzeranno le articolazione della caviglia e del ginocchio; la spalla opposta si alzerà e i muscoli spinali compenseranno la bascula automatica del bacino per non avvertire dolore nella deambulazione.

I sistemi di adattamento e di difesa del nostro corpo reagiscono di fronte ad una aggressione fisica o psichica, salvaguardando le funzioni egemoniche, (stare in piedi, respirare, ecc.) evitando il dolore e minimizzando al massimo le eventuali conseguenze psicologiche che saranno quindi relegate a livello incosciente.

Man mano che si instaurano i compensi, come la spalla alta e la torsione del bacino nel caso sopracitato, e si ripetono dei gesti errati, il nostro sistema di adattamento fa si che noi inconsciamente consideriamo “giuste” le modificazioni morfologiche che si sono ottenute.

Il processo conosciuto come la capacità di rendere incosciente ciò che inizialmente era la causa di disordine a livello cosciente, viene definito “rimozione”.

La retrazione di un muscolo statico porterà alla coattazione dell’articolazione interessata e , a sofferenza di questa, alla deviazione dei segmenti ossei sul quale il muscolo si inserisce, con conseguente alterazione del tono degli altri muscoli che si inseriscono sui segmenti ossei.  



Se il muscolo antagonista alla retrazione del muscolo statico è un muscolo dinamico questo si rilascerà e ci sarà la deviazione del segmento osseo B come da figura. 











Questa deviazione farà accorciare anche un altro ipotetico muscolo, statico anch’esso, inserito sul segmento osseo B che sposterà anche l’osso C e così di seguito fino a creare una modificazione morfologica permanente di tutta la catena muscolare interessata.  






Un’altra catena di compensazione, meno visibile ma nello stesso tempo molto importante, è quella anteriore che mette in relazione alterazioni morfologiche cervicali, toraciche e lombari con patologie verso organi interni. Queste relazioni si manifestano attraverso il sistema di sospensione del muscolo diaframmatico, che è molto importante per la respirazione, la circolazione e la digestione mediante un’azione di pompa.



Quindi, ad esempio, un’alterazione morfologica, attraverso la fascia cervico-toraco-addomino-pelvica, può avere un’incidenza sul meccanismo diaframmatico e presentare un disturbo digestivo come la risalita del liquido gastrico sulla mucosa esofagea.

Ciò da luogo a dolori epigastrici e bruciori retrosternali, seguiti da sensazioni acide buccali (pirosi).

Quanto descritto sopra ci può aiutare a comprendere meglio i principi base dell’ R.P.G.

Il primo principio è l’individualità, concetto secondo il quale la persona è unica e reagisce diversamente ad ogni tipo di aggressione. Di conseguenza il trattamento sarà diverso per ogni persona anche se presenta lo stesso tipo di dolore muscolo-scheletrico.

Secondo principio è la causalità, ovvero saper riconoscere, dopo un attento esame delle retrazioni muscolari e dei compensi antalgici, la vera causa del dolore.

Il terzo principio è la globalità; per mettere in correlazione il sintomo con la causa dovrò mettere in tensione , nello stesso tempo, tutte le catene muscolari statiche che hanno una relazione di causa-effetto.

Tutto questo si può spiegare bene rifacendosi all’esempio del dolore alla caviglia; dopo un po’ di tempo il mio sistema antalgico compensa l’impossibilità alla deambulazione corretta con una spalla più alta. Questo fa si che prima o poi il dolore si presenterà a livello della spalla che non ha più una buona fisiologia articolare. Per far passare tale sintomo dovrò mettere in tensione tutte le catene muscolari che mettono in relazione la spalla attualmente dolente con la caviglia. Quindi l’effetto, in questo caso, è il dolore alla spalla, ma la vera causa sono i compensi antalgici messi in atto per il dolore pregresso alla caviglia.

Il trattamento si avvarrà dell’esame, di un particolare problema muscolo-scheletrico presente in quel momento, come un dolore alla spalla, nonché della valutazione complessiva della morfologia generale (scoliosi, cifosi, iperlordosi, valgismo, varismo ecc.).

Come già detto precedentemente, questa valutazione mi permetterà di capire retrazioni e correlazioni tra le varie catene muscolari e quindi individuare quali compensi eliminare, nello stesso tempo, per annullare il dolore.

Per ridare elasticità ai muscoli statici retratti utilizzerò un lavoro attivo in contrazione statica eccentrica, che mi permetterà di attivare sarcomeri in serie, ottenendo così un allungamento permanente della muscolatura statica.

Contemporaneamente, attraverso il meccanismo miotattico inverso, posso facilitare la contrazione concentrica dei muscoli dinamici, ipotonici, e ridare così il giusto equilibrio tra forze muscolari e strutture ossee.

Tutto ciò si ottiene attraverso la scelta di una cosidetta postura ovvero il mantenimento, per un certo periodo di tempo, di una posizione che mi permette di ottenere la tensione di una o più catene muscolari responsabili dell’aggiustamento antalgico e di mettere a nudo i compensi al fine di eliminarli attraverso il lavoro muscolare attivo già precedentemente descritto. Questo lavoro viene affrontato associando un certo tipo di respirazione adeguata all’individualità morfologica, del soggetto in esame, che armonizzerà le curve fisiologiche della colonna.

In definitiva potremmo ottenere, per quanto possibile, un’armonizzazione delle varie parti del corpo il più possibile vicino alla perfezione e quindi, ad esempio, allineamento tra nuca, dorso e sacro, simmetria dell’area formata tra braccia e tronco ecc.. e lo sblocco di alcune parti del corpo, rimaste “congelate” dalla contrattura antalgica.

Il terapista in seguito guiderà il paziente a sentire come “giusta”, in posizione ortogonale, la nuova posizione morfologica di tutte le parti del corpo ora più corretta.

Inoltre il paziente potrà rimuovere parti del corpo già prima doloranti o inconsciamente perse come parti mobili.

Attraverso l’integrazione dinamica si potrà riorganizzare l’immagine corporea e, passando dal conscio all’inconscio, modificare e inglobare, in modo permanente, i risultati ottenuti.

Il tutto si traduce in elasticità, funzionalità e buona condizione mentale.
 
***"immagini tratte dal libro " Le scoliosi " di Philippe Souchard e Marc Ollier editore UTET edizione del 2002"

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